Se il cane anziano non si regge in piedi, si lamenta di notte o scivola sul pavimento, probabilmente questi sintomi sono causati da una patologia trattabile con la fisioterapia veterinaria.
Con l’avanzare dell’età, è frequente notare cambiamenti significativi nell’andatura e nella postura del cane anziano. I problemi dell’apparato locomotore diventano più comuni, manifestandosi attraverso una serie di sintomi preoccupanti: il cane anziano si lamenta di notte e non riesce a dormire bene, le zampe posteriori cedono, oppure ha difficoltà a sedersi e alzarsi e anche ad assumere la posizione per defecare. Capita altrettanto spesso che il cane anziano scivola sul pavimento, barcolla e cade e in alcuni casi può capitare addirittura sentire dai proprietari che il cane anziano non cammina più.
Ma quali sono le patologie più comuni a carico dell’apparato locomotore che colpiscono i cani anziani e come possono essere trattate con la fisioterapia veterinaria? In questo articolo, esploriamo i sintomi, le cause e i trattamenti efficaci per migliorare la qualità di vita del nostro fedele amico a quattro zampe che comincia a sentire gli acciacchi dell’età che avanza.
Le patologie più comuni che portano a questi sintomi nel cane anziano
Considerando i sintomi più comuni manifestati dai cani in età avanzata, è possibile individuare alcune patologie ricorrenti che ne sono spesso la causa. Di seguito, esamineremo ogni sintomo e patologia più nel dettaglio, ponendo particolare attenzione ai protocolli di fisioterapia e riabilitazione veterinaria che risultano efficaci per la guarigione o, nel caso di malattie degenerative, per il trattamento del dolore e il rallentamento della progressione della patologia.
Riconoscere i segni di sofferenza in un cane anziano e contattare il veterinario è fondamentale per garantire il suo benessere e intervenire tempestivamente.
Il cane anziano zoppica? Artrosi dell’anca
La displasia dell’anca del cane, molto comune soprattutto per alcune razze, a lungo andare, se non trattata, può portare all’artrosi. Questa condizione può portare il cane anziano a zoppicare sensibilmente. La displasia dell’anca, infatti, implica un carico scorretto anche in stazione che favorisce l’assottigliamento della cartilagine che riveste l’articolazione e la formazione degli osteofiti, che sono alla base del dolore dell’artrosi del cane. Ma c’è un protocollo efficace per l’artrosi del cane che prevede laserterapia ed elettrostimolazione TENS per ridurre il dolore e l’infiammazione e movimento dolce in acqua per favorire la mobilità delle articolazioni senza un carico eccessivo. In molti casi, in sole 10 sedute, si possono ottenere ottimi risultati in termini di riduzione del dolore, anche per cani che presentano uno stadio artrosico avanzato.
Il cane anziano si lamenta di notte? Spondilartrosi
Molto spesso, se il cane anziano si lamenta di notte, ciò è dovuto a una spondilartrosi, ovvero l’artrosi della colonna vertebrale, che provoca nel cane fastidi e dolori tali da non riuscire a dormire bene. Inoltre il cane più manifestare anche sintomi neurologi come un deficit propriocettivo e il trascinamento delle zampe posteriori.
In questo caso, il protocollo di fisioterapia veterinaria prevede:
- Laserterapia: per ridurre l’infiammazione e il dolore.
- Eletrostimolazione TENS: per il controllo del dolore.
Questi trattamenti sono particolarmente efficaci per la spondilartrosi, quando la componente antalgica è più forte rispetto al protocollo previsto per l’artrosi dell’anca.
Inoltre, il movimento dolce in acqua è raccomandato per migliorare la mobilità delle articolazioni: la ginnastica nel tapis roulant in acqua per cani viene effettuata con una lieve inclinazione per favorire il rilassamento dei muscoli della schiena. Inoltre in alcuni casi si esegue una riabilitazione neurologica soft, come la stimolazione del riflesso flessorio e la ginnastica propriocettiva. Come sempre, però, il protocollo va adattato e calibrato in base al singolo paziente realizzando un piano personalizzato di trattamenti.
Il cane non si regge in piedi a lungo? Artrosi delle dita
Le zampe anteriori del cane sono composte da 5 dita di diversa lunghezza, a loro volta suddivise in diverse ossa: il primo dito è il più corto, mentre il terzo e il quarto sono i più lunghi. Le zampe posteriori hanno una struttura simile, ma presentano solo 4 dita. Quando i proprietari notano che il cane anziano non si regge in piedi a lungo, la patologia riscontrata più di frequente è l’artrosi delle dita. L’artrosi è una malattia degenerativa che interessa la cartilagine articolare e che può colpire anche le articolazioni delle zampe del cane.
Il protocollo efficace in questi casi prevede sempre:
- Laserterapia: per ridurre l’infiammazione e il dolore.
- Eletrostimolazione TENS: per il controllo del dolore.
- Ginnastica dolce in acqua: per migliorare il trofismo muscolare senza gravare sulle articolazioni.
Il cane anziano scivola sul pavimento? Ipomiotrofia
L’ipomiotrofia nel cane si riferisce a una condizione caratterizzata dalla riduzione della massa muscolare. In pratica, si tratta di un insufficiente sviluppo o mantenimento del tessuto muscolare. La causa più comune, nel cane anziano, è l’inattività o l’immobilità. La mancanza di esercizio fisico, spesso dovuta all’artrosi non tratta, ad infortuni o altri problemi di salute, può portare a una riduzione della massa muscolare che porta il cane anziano a scivolare spesso.
Quando il cane scivola sul pavimento per una ipomiotrofia, il programma riabilitativo va elaborato in base al grado di ipomiotrofia. Nei casi più gravi si comincia con l’elettrostimolazione NEMS, quindi una ginnastica passiva realizzata con un apposito macchinario, che inizia a donare nuovamente tono ai muscoli, per poi passare alla riabilitazione in acqua. Negli altri casi si procede direttamente con la ginnastica in acqua per riprendere dolcemente il movimento senza traumi o carico sulle articolazioni. Anche la ginnastica si realizza tenendo conto della condizione geriatrica: per i cani più anziani si comincia con sezioni brevi ma ripetute con tempi di recuperi alti.
Le zampe posteriori cedono? Sindrome della Cauda Equina
Se il cane anziano manifesta un cedimento delle zampe posteriori oppure ha difficoltà a sedersi ed alzarsi, è possibile che sia affetto dalla cosiddetta Sindrome della Cauda Equina, patologia determinata dalla compressione sulle strutture nervose presenti tra l’ultima vertebra lombare ed il sacro (L7-S1). In breve le radici nervose che fuoriescono dall’ultima porzione del midollo spinale vengono schiacciate e ciò può portare a un cedimento delle zampe posteriori del cane fino alla zoppia e alla paralisi.
Per la Sindrome della Cauda Equina nel cane si agisce in modi differenti in base alla gravità della condizione dell’animale.
- Laserterapia: per ridurre l’infiammazione e il dolore.
- Eletrostimolazione TENS: per il controllo del dolore.
- Ultrasuonoterapia: per decontratturare fibrosi e muscoli.
- Riabilitazione Neuromotoria: dedicata ai casi più gravi.
Il cane anziano inciampa spesso? Iperestensione del carpo
L’iperestensione del carpo è una condizione spesso associata al sovrappeso nei cani anziani. Questo disturbo si manifesta con frequenti inciampi e con una caratteristica postura della zampa “imbarcata”, che può evolvere fino alla plantigradia. Nei cani anziani obesi, il peso corporeo eccessivo può provocare una lassità tendinea del carpo, causando la retroversione dell’articolazione. Nei casi più gravi, l’arto diventa plantigrado, facendo sì che il cane cammini appoggiando tutta la zampa, i metacarpi.
Il trattamento per l’iperestensione del carpo nei cani anziani prevede un approccio a 360 gradi. Prima di tutto:
- Laserterapia: per rinforzare e tonificare le strutture teno-muscolari del carpo.
- Elettrostimolazione EMS: per migliorare la stabilità e il trofismo muscolare dell’arto
- Ginnastica attiva: per migliorare la stabilità e la forza dell’arto colpito
Parallelamente, è fondamentale affrontare l’obesità del cane attraverso una dieta appropriata e l’esercizio fisico. In quest’ottica è particolarmente indicata la camminata in acqua, utile non solo per favorire la perdita di peso, ma anche per distendere il carpo e correggere la postura, migliorando così la qualità della vita del cane anziano.
Cosa fare se il cane anziano non cammina più, scivola o inciampa?
Affrontare le problematiche del cane anziano richiede un approccio attento e molto personalizzato, poiché spesso sono presenti più patologie che complicano il quadro clinico. Ogni cane ha una storia medica unica e reagisce diversamente ai trattamenti, rendendo essenziale una diagnosi accurata e un piano terapeutico su misura.
La fisioterapia veterinaria offre una vasta gamma di trattamenti efficaci, tuttavia, la chiave per il successo è un protocollo adattato alle specifiche esigenze del cane, combinato con un monitoraggio continuo e una stretta collaborazione tra veterinario, fisioterapista e proprietario.
Il benessere del cane anziano dipende da un intervento tempestivo e appropriato, che non solo allevia il dolore e migliora la mobilità, ma contribuisce anche a rallentare la progressione delle malattie degenerative. Con le giuste cure e attenzioni, è possibile migliorare significativamente la qualità della vita del nostro amico a quattro zampe, permettendogli di godere di una vecchiaia serena e confortevole.
Quindi cosa fare se noti il tuo cane anziano non cammina più o manifesta uno dei sintomi indicati sopra? Il veterinario può effettuare una diagnosi per stabilire l’origine del problema e prescrivere eventuali esami diagnostici. Il fisiatra veterinario può programmare un piano personalizzato di riabilitazione animale eseguito dal fisioterapista veterinario.
Da SBA puoi fare
- Visita fisiatrica: il veterinario fisiatra pianifica il percorso riabilitativo più adatto in base alla patologia, alla sintomatologia e alle singole esigenze del tuo cane.
- Valutazione fisioterapica: il fisioterapista veterinario individua il piano personalizzato di esercizi di riabilitazione motoria e muscolare, su breve o lungo periodo, a seconda della patologia.
- Fisioterapia e riabilitazione: il fisioterapista veterinario esegue i trattamenti in sede o a domicilio (per i casi più gravi).